Nel Paese elvetico non saranno più necessari i dodici mesi di astinenza dai rapporti sessuali, mentre negli Stati Uniti tutti i donatori dovranno rispondere alle stesse domande di ammissibilità, indipendentemente dal genere o dall’orientamento sessuale
Stop alle discriminazioni per gli omosessuali che vogliono donare. Dai giorni scorsi anche la Svizzera e gli USA hanno fatto cadere le ultime resistenze.
Nel primo caso, infatti, il Consiglio degli Stati ha stabilito che gli omosessuali non dovranno più essere esclusi da questo atto di solidarietà, così prezioso per tanti pazienti. Un “atto civico, gratuito, generoso e senza discriminazioni”, così lo ha definito la Camera dei cantoni: in base a quanto spiegato dalla comunità scientifica, una persona che ha una relazione esclusiva e a lungo termine non rappresenta maggiore rischio di trasmissione di malattie infettive attraverso la donazione, a prescindere dal proprio orientamento.
Ecco perché, secondo il Consiglio, non si deve più imporre l’astinenza di 12 mesi da rapporti sessuali tra uomini.
Oltre oceano, invece, la Croce Rossa ha adottato nuove regole che, nei fatti, rivoluzionano quanto stabilito ormai quasi 40 anni fa dalla FDA (la Food and Drug Administration, l’equivalente della nostra AIFA). In passato, infatti, a gay e bisessuali era consentito donare solo se nei tre mesi precedenti si erano astenuti dai rapporti, anche in una relazione monogama ed esclusiva. Da oggi invece tutti i donatori risponderanno alle stesse domande per stabilire la propria idoneità al dono a prescindere dal genere e dall’orientamento sessuale. La loro valutazione verrà effettuata su fattori di rischio individuali come vale per tutti.
In ordine cronologico, l’ultimo Paese a far cadere vincoli di questo tipo era stato il Canada a maggio dello scorso anno. Purtroppo, però, nel resto del mondo le aree dove gli omosessuali vedono preclusa la possibilità di donare sono ancora diverse.