CHIAMACI 030 210 6944
Contattaci

Il Prof. Zorzi nel ricordo dell’amico Ing. Francesco Dotti

Quelle che seguono sono le parole espresse dall’Ing. Francesco Dotti, Presidente Onorario dell’Avis Comunale di Brescia e amico personale di Mario Zorzi, figura pionieristica di Avis, scomparso lo scorso 10 maggio.

 

Ho conosciuto il Prof. Zorzi in occasione del completamento del “Satellite” degli Spedali Civili. Mi ha subito colpito per la Sua professionalità, per l’autorevolezza e per la capacità di convincimento. Tant’è che sono diventato subito donatore.

 

Successivamente non ho potuto sottrarmi all’invito di entrare nel Consiglio dell’Avis dove ho avuto modo di apprezzare l’abilità e la concretezza unite all’entusiasmo e autorevolezza con cui conduceva le sedute del Consiglio e l’associazione. La sua presidenza non è stata di certo una “sine cura” né tanto meno motivo di vanto, ma un vero e proprio disinteressato servizio per gli avisini e la collettività. Era preciso, chiaro e sbrigativo, a volte anche brusco quando alcuni si perdevano in inutili chiacchere o in ingiustificate lamentele e richieste che non rientravano negli scopi e nell’interesse dell’Avis.

 

A volte l’ho accompagnato nelle sue presenze alle manifestazioni avisine. Mi ha sempre colpito ed ho invidiato la sua capacità oratoria, capace di trascinare perché frutto di un vero convincimento in quello che diceva e nell’utilità dell’Avis, così come Lui l’aveva costruita e pensata: apartitica, apolitica, gratuita ed anonima.

Sollecitava le Istituzioni fortemente per far sì che l’Associazione fosse sempre più forte e rappresentativa, ma, allo stesso tempo, rimanesse una forma di volontariato libera ed autonoma.

 

Che altro dire se non che nella presidenza dell’Avis Comunale e poi dell’Avis Provinciale e di quella Nazionale, ha sempre avuto come unico scopo il bene dell’associazione, né mai ha approfittato dei suoi incarichi per tornaconto personale o professionale.

 

Della sua attività professionale e della sua attività politica è stato già ampiamente detto in occasione del trasferimento della sua salma nel Famedio della città.

Da parte mia gli ho sempre voluto bene e l’ho stimato come persona intelligente, capace, buona e disinteressata.

In una parola sola: “en galantom”.