I test sierologici basati sull’identificazione di anticorpi Igm e IgG specifici per la diagnosi di Covid-19 non possono sostituire i tamponi naso-faringei.
Lo stabilisce una circolare emessa dal Centro Nazionale Sangue per contribuire a fare chiarezza sull’efficacia o meno di determinati accertamenti per le attività trasfusionali.
Come si legge nel documento, «il risultato qualitativo ottenuto da un campione di siero non è attendibile», in quanto l’eventuale presenza di anticorpi rilevata con questa procedura non è indicativa di un’infezione in atto e, di conseguenza, non è in grado di stabilire se vi sia o meno il rischio di trasmissione del virus.
Nel ribadire le finalità per le quali il test può essere effettuato, tra cui la stima della diffusione dell’infezione in una comunità o l’avvenuta esposizione al virus, tuttavia, la circolare definisce “lacunose” le attuali conoscenze scientifiche relative ai test sierologici sul riuscire a fornire informazioni su:
– presenza di anticorpi neutralizzanti in grado di proteggere dall’infezione o malattia;
– persistenza degli anticorpi a lungo termine
A tale proposito, ricordiamo che lo stesso Ministero della Salute ha precisato sul suo sito, nella sezione dedicata al “Coronavirus”, che «i test sierologici non sono attualmente dirimenti per la diagnosi di infezione in atto, in quanto l’assenza anticorpi non esclude la possibilità di un’infezione in fase precoce, con relativo rischio che un individuo, pur essendo risultato negativo al test sierologico, risulti contagioso. Inoltre, per ragioni di possibile cross-reattività con altri patogeni simili (come altri coronavirus della stessa famiglia), il rilevamento degli anticorpi potrebbe non essere specifico per SARS-CoV-2, quindi persone che in realtà hanno avuto altri tipi di infezioni e non COVID-19 potrebbero risultare positive alla ricerca degli anticorpi per SARS-CoV-2.
Inoltre, si conferma che non esiste alcun test rapido basato sull’identificazione di anticorpi (sia di tipo IgM che IgG) diretti verso SARS-CoV-2 validato per la diagnosi di contagio virale o di COVID-19.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità sta attualmente valutando circa 200 nuovi test rapidi basati su differenti approcci e che sono stati portati alla sua attenzione; i risultati relativi a quest’attività di screening saranno disponibili nelle prossime settimane».
A livello trasfusionale, infine, il CNS ribadisce, nella stessa circolare, quanto già comunicato precedentemente e cioè che non esiste alcuna evidenza che l’infezione da Covid-19 venga trasmessa per via trasfusionale e che, di conseguenza, l’attuale normativa non prevede di effettuare il test sierologico per la ricerca di anticorpi anti Covid-19 per la selezione del donatore o per la qualificazione biologica degli emocomponenti.
- A questo link il testo integrale della circolare, in cui sono elencate anche le possibili problematiche connesse alla partecipazione dei donatori a studi epidemiologici.
- Link alla circolare del Ministero della Salute (Direzione generale della prevenzione sanitaria) sui test di screening e diagnostici.
PROSSIMI APPUNTAMENTI
Il tema del plasma iperimmune sarà al centro di due eventi online che si terranno nei prossimi giorni e che vedranno la partecipazione, tra gli altri, anche del Presidente di AVIS Nazionale, dott. Gianpietro Briola:
– Arsenali al plasma – Così il Coronavirus può essere combattuto oggi (e soprattutto domani), organizzato dal sito DonatoriH24 e in programma per mercoledì 20 maggio a partire dalle ore 19. Link alla notizia
– Plasma: dal dono ai farmaci. Trasformazione in conto lavorazione e loro utilizzo, webinar promosso dalla Scuola di Alta Formazione Avis del Triveneto e dalla Scuola di Avis Liguria, in collaborazione con le sedi Avis aderenti al NAIP (Nuovo accordo interregionale per la plasmaderivazione). Link alla notizia